Tokyo, la capitale dal fascino intramontabile

Tempio Sakusa
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Ancora più della Cina, il Giappone rappresenta un enigma per gli occidentali. Lingua, cultura, abitudini, tutto sembra dividerci da un paese che pure è tra i più occidentalizzati dell’Oriente. Retaggi di un lungo passato di splendido isolamento si mescolano con lo «spirito dei samurai» che sopravvive nella dedizione al lavoro e alla propria azienda, tali da ricordare il senso di appartenenza che era proprio del «civis romanus». Il senso del dovere, come si dice in Giappone il «giri», cioè l’obbligo di non venire meno alle usanze della comunità, domina ancora oggi la maggior parte dei comportamenti. E favorito dal rigore dei principi e dei doveri imposti dalla religione shintoista.

Donne nel tradizionale abito, il kimono

Donne nel tradizionale abito, il kimono

La capitale Tokyo è la sintesi di questi estremi. Ha oltre tredici milioni di abitanti ed è carica di orgoglio e modernità: con i suoi grattacieli la città rivaleggia con quelli degli amici-rivali americani. Bombardata e quasi rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale, ha saputo risorgere dalle ceneri e oggi offre un centro storico ricostruito ma carico dell’antico fascino imperiale. Insieme con quartieri nuovi, frizzanti di vita e di architetture all’avanguardia.

 

Centro di Tokyo

Centro di Tokyo

 

 

Una prima sosta di rigore è nel parco del Palazzo Imperiale o Castello Edo, che purtroppo si può ammirare solo da lontano (gli stessi giapponesi possono accedervi soltanto un paio di volte l’anno in occasione di feste): si possono visitare i portali e le antiche torri di difesa e il «Ponte doppio» su un enorme fossato, tutto a protezione dell’Imperatore.
Altra visita va dedicata al Santuario shintoista Meji, circondato da un meraviglioso parco costruito nel 1920 da centomila volontari per onorare la memoria dell’imperatore Meji (il santuario fu distrutto nel ’45 durante la guerra e ricostruito dopo tredici anni).
Da non mancare poi il tempio buddista di Asakusa Kannon (o Senso-Ji), uno dei simboli più importanti di Tokyo con la sua enorme lanterna di carta rossa appesa al centro del Cancello del Tuono con ai lati due divinità dall’aspetto feroce. E’ nel cuore della città antica, nel quartiere più pittoresco. Anche questo tempio è ricostruito (fine anni Cinquanta) ma vanno comunque notati il tetto con 70 mila tegole di bronzo, la grande pagoda a cinque piani, l’enorme braciere di bronzo nel cortile, dove brucia costantemente l’incenso.

Pagoda a cinque piani

Pagoda a cinque piani

All’uscita i turisti si trovano nella famosa via Nakamise, con ai lati due file di negozietti dove ci si può lanciare nello shopping più conveniente: kimono di seta, katane, oggetti di artigianato in legno. E, per rimanere in tema, un salto si deve fare nella zona di Ginza, il centro commerciale più elegante.  Yon-Chome  è l’incrocio più famoso della città e ricorda  Times Square a New York con i suoi giganteschi schermi illuminati. A pochi passi si può visitare il Sony Building, il grattacielo con tutte le novità dell’elettronica.
Una escursione da consigliare è quella sul vicino monte Fujii con la visita al parco nazionale di Hakone, passando per una immensa foresta e osservando il cratere vulcanico della valle di Owakudani. Poi si sale con la funivia verso la grande montagna che domina Tokyo. Una curiosità: l’attrazione gastronomica principale della zona sono le uova sode nere, cotte nell’acqua allo zolfo. Di certo, l’odore non è dei più attraenti…

Uova nere

Uova nere

A seguire si può vivere una piccola crociera sul lago Ashi con una imbarcazione pittoresca. Il lago ha una circonferenza di 20 km e si è formato circa 400 anni fa nella caldera di Hakone. Da lontano si vede il Torji, cioè la porta di ingresso, del santuario Gongen.

Se i cinesi sono caciaroni a suon di rutti e pacche sulle spalle, i giapponesi si confermano distaccati e paurosi di ogni contatto fisico. Nel dialogo cercano di evitare ogni frase che possa offendere o disturbare l’interlocutore. I cinesi non rispettano le file e verrete scalzati dal vostro turno a suon di gomitate anche in aeroporto. I giapponesi sono invece maniaci dell’ordine e dell’efficienza. Se i cinesi sono matti per tutto ciò che è americano e occidentale, i giapponesi stanno riscoprendo nelle difficoltà economiche (che anche loro hanno vissuto negli ultimi anni) l’orgoglio nazionale: uno dei bestseller più venduti è «Il Giappone che sa dire di no agli Stati Uniti». I cinesi muoiono come mosche per l’inquinamento e nei cantieri senza legge. I giapponesi coltivano il male di vivere e, soprattutto tra i giovani, hanno la più alta percentuale di suicidi al mondo. Ma allo stesso tempo, immuni da immigrazioni di massa, coltivano l’orgoglio e l’identità nazionale come nell’era dell’ultimo samurai…

tokyotramonto

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