A Palermo dal 9 all’11 novembre la Fiera della Biodiversità certificata

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Valorizzare in maniera concreta le filiere certificate siciliane, puntando su biodiversità e qualità dei prodotti. E soprattutto fare in modo che le produzioni dell’Isola certificate con i vari marchi – Igp, Dop, Igt, Doc e Docg, Biologico – possano avere un ruolo di rilievo nel mercato agroalimentare nazionale e internazionale, mentre al momento è ancora troppo basso il valore economico che riescono a generare. A questo punta la IV edizione della Fiera della Biodiversità certificata, in programma da venerdì 9 a domenica 11 all’Orto Botanico a Palermo, che è stata presentata oggi.
Quest’anno la Fiera ha scelto di affrontare un tema fondamentale per l’agricoltura siciliana: la promozione e lo sviluppo delle filiere certificate come elemento centrale dell’economia agricola dell’Isola e come garanzia di qualità per il consumatore. La manifestazione è realizzata dalla società di comunicazione Adv Maiora capofila del finanziamento, da Idimed, dall’Università degli Studi di Palermo e da Agroqualità spa, relativamente all’Avviso Pubblico “Modalità e criteri per la predisposizione del programma annuale di attività promozionale per l’anno 2018” emanato dal Dipartimento Regionale delle Attività Produttive – Programma Regionale per l’Internazionalizzazione – Print – Piano di azione 2016/2018.
La Sicilia ha numerosi prodotti a marchio Dop e Igp, tuttavia la quota di mercato che le appartiene è ancora troppo piccola. Secondo i dati Ismea del 2017 l’impatto economico delle 30 tra Dop e Igp siciliane ammonta a 45 milioni di euro, un valore limitato se si pensa che la Lombardia, che ha 34 Dop e Igp, riesce a generare valore 1,5 miliardi di euro. E fa ancora meglio l’Emilia Romagna che con 43 prodotti certificati arriva a superare i 2,7 miliardi di euro. Va un po’ meglio il vino siciliano che con 31 certificazioni produce un valore di 126 milioni, ma il Veneto con 53 genera 1,2 miliardi di valore. Ecco perché la Fiera vuole essere da un lato “vetrina” dei prodotti certificati siciliani per favorirne lo sviluppo commerciale e per renderli sempre di più fattore di attrattività turistica in una logica di destagionalizzazione dei flussi. Ma dall’altro punta all’analisi del settore per evidenziarne potenzialità ma anche criticità che ne bloccano un pieno sviluppo. Di questo si parlerà nei tavoli di discussione ai quali si siederanno imprenditori, istituzioni, enti di certificazione, mondo dei media ed esempi virtuosi delle produzioni certificate, tra cui gli oli, la frutta, i formaggi i trasformati, i vini, le orticole. «L’obiettivo della Fiera – spiega Paolo Inglese, coordinatore dei corsi di studio in Scienze e tecnologie agroalimentari – è legato alla necessità di passare dalle parole ai fatti nella valorizzazione reale di questa biodiversità. Il valore e le quote di mercato delle filiere certificate siciliane sono ancora troppo bassi e quindi occorre capire cosa fare per migliorare queste performance».
Le aziende possono avere grandi benefici dalle certificazioni di qualità se queste vengono opportunamente valorizzate, come spiega Dario Bagarella, responsabile commerciale per l’Italia di Agroqualità spa: «Le certificazioni volontarie di prodotto rappresentano oggi i principali strumenti operativi utili ad attestare e valorizzare le caratteristiche qualitative e le peculiarità di un prodotto o di un gruppo di prodotti, coinvolgendo tutti gli attori delle filiera agroalimentare, dal produttore agricolo all’azienda di trasformazione. Il riconoscimento internazionale di questi standard conferisce inoltre alle aziende certificate una forte visibilità, maggiori sbocchi commerciali e un ottimizzazione dei processi e delle risorse aziendali. Le certificazioni maggiormente diffuse oggi sono quelle definibili come certificazioni B2B sempre più richieste dalla gdo e apprezzate dai consumatori».
Sul fronte delle iniziative, oltre a convegni e workshop, verranno organizzati anche laboratori di degustazione e momenti formativi «per accorciare la distanza tra produzione di qualità e consumatori consapevoli – spiega Francesca Cerami, direttore di Idimed – Idimed organizzerà, grazie alla sua partnership pubblico-privata, sei laboratori di degustazione: carni di Sicilia, formaggi d’autore, cioccolato di Modica, grani e pani, eccellenze di latte e dolci della tradizione (mandorle e pistacchi). La partecipazione è gratuita ed è finalizzata a promuovere cultura, salute e territorio».
Daniele Cipollina, amministratore di Adv Maiora e presidente della rete d’imprese Gustoso Sicilia Food Excellence, sottolinea «la connotazione su scala nazionale data a questa quarta edizione della Fiera, sia nella scelta dei relatori che nei media partner che sostengono la manifestazione. L’obiettivo, infatti, è di sviluppare una maggiore sensibilità verso la ricerca di legami e relazioni inter-organizzative con altri partner superando un tradizionale atteggiamento individualista. In questa direzione nasce la collaborazione con la rete Gustoso Sicilian Food Excellence attraverso innovative ed efficaci soluzioni di cooperazione per meglio migliorare i processi produttivi e la competitività facendo leva su pratiche comuni, condivisione di conoscenze e di capacità innovative e produttive. Crediamo nella qualità del Made in Sicily per sostenere la cultura agroalimentare perché la qualità e l’impegno nascono da dedizione e perseveranza nel portare avanti un progetto. Mettiamo in rete i valori culturali della filiera agroalimentare siciliana, sosteniamo la produzione di qualità e la consapevolezza alimentare, ricerchiamo ciò che è genuino e autentico. Crediamo fermamente nella qualità dei prodotti agroalimentari di aziende siciliane che operano secondo valori, tradizione e innovazione e nella necessità di costituire un sistema aggregativo virtuoso. Crediamo nella possibilità di sviluppare una nuova consapevolezza imprenditoriale, frutto di conoscenza e partecipazione, e di creare un sistema dove poter mettere in contatto diretto i valori di chi produce e di chi sceglie».

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