PETRA: L’ ANTICA CAPITALE DEL DESERTO

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Le gigantesche montagne rosse e i grandi mausolei di una vita passata non hanno nulla in comune con la moderna civiltà, e non chiedono altro che di essere ammirati come una delle meraviglie più stupefacenti che la natura e l’uomo abbiano mai creato. Sebbene fiumi di parole siano stati scritti su Petra, nulla è più sensazionale della vista di questo incredibile luogo. Bisogna vederlo per crederci.


Spesso descritta come una delle meraviglie del mondo antico, Petra è una delle meraviglie anche di questo mondo! Senza ombra di dubbio, è il tesoro più prezioso della Giordania e la sua maggiore attrattiva turistica. È una vasta città dalle caratteristiche uniche: i Nabatei, industriosa popolazione araba insediatasi in questa zona, la crearono dalla nuda roccia e la trasformarono in uno snodo cruciale per le rotte commerciali della seta e delle spezie, grazie alle quali Cina, India e Arabia del Sud poterono entrare in contatto con Egitto, Siria, Grecia e Roma.
Petra viene anche chiamata la “città perduta”. Nonostante la sua grande importanza nell’antichità, dal XIV secolo d.C. nel mondo occidentale non se ne ebbero più notizie. In gran parte sepolta dalla sabbia, alcune tombe scavate nella roccia erano abitate da tribù beduine. Venne riscoperta nel 1812 dal viaggiatore svizzero Johann Ludwig Burckhardt, che con una leggendaria impresa riuscì a penetrarvi, fingendo di essere un arabo proveniente dall’India, desideroso di offrire un sacrificio sulla tomba del profeta Aronne.
L’impatto della scoperta in Europa fu formidabile e attirò sul luogo folle di visitatori. Ma bisogna dire che nulla è paragonabile alla ‘pubblicità’” provocata dal film con Harrison Ford e Sean Connery.

IL SIQ
Alla città si accede attraverso il Siq, una stretta gola, lunga più di 1 chilometro, fiancheggiata da ripide pareti rocciose alte 80 metri. Attraversare il Siq è un’esperienza unica: i colori e le formazioni rocciose lasciano il visitatore a bocca aperta. Interessante anche vedere le opere di idraulica realizzati dai Nabatei: all’’ingresso del Siq una diga limitava la furia delle acque e le indirizzava. All’’interno del Siq, a destra e sinistra due canalizzazioni assicuravano l’’afflusso delle acque per i diversi utilizzi. Distrutta dal tempo, la diga dei Nabatei è stata ora ricreata per salvaguardare il Siq e la vita dei turisti dopo che, decenni fa, alcuni furono travolti dalle acque impetuose nella gola.
IL TESORO
Una volta raggiunta la fine del Siq, scorgerete finalmente il Khazneh (il Tesoro), che si comincia a intravedere alle ultime curve. 

È un’esperienza straordinaria. Un’imponente facciata, larga 30 metri e alta 43, creata dalla nuda roccia, color rosa pallido, fa sembrare insignificante quello che c’è intorno.
È stata scavata dall’’alto verso il basso all’inizio del I secolo d.C. per essere la tomba di un importante re nabateo e testimonia il genio architettonico di questo antico popolo. Fortissima l’’influenza ellenistica, come si può notare da colonne e capitelli: una delle ipotesi più accreditate è che artisti e architetti di origine greca abbiano partecipato o comunque ispirato l’’opera. In realtà anche tra gli archeologi ci sono varie teorie, alcuni retrodatano il Tesoro a qualche decennio prima di Cristo e su tutto ciò pesa la scarsità di informazioni sugli stessi nabatei, i signori del deserto che poi ne furono inghiottiti. Che le sorprese non siano finite lo dimostra il fatto che appena nel 2004 sono state scoperte tombe sotterranee ai piedi del Tesoro (oggi coperte da grate).
Il Tesoro è solo la prima delle molte meraviglie che Petra saprà offrirvi: un soggiorno di almeno quattro o cinque giorni è necessario per riuscire a vedere tutto e apprezzare i paesaggi all’’alba e al tramonto. Abbiamo utilizzato ogni goccia di energia e un giorno quasi per intero, ripromettendoci di tornare!
L’AREA ARCHEOLOGICA
Superato il Tesoro, un sentiero sulla destra vi porta verso altre sorprese: non appena si entra nella valle di Petra si viene sopraffatti dalla bellezza naturale di questo luogo e dalle sue meraviglie architettoniche. Sono centinaia le tombe scavate nella roccia con intricate incisioni: a differenza delle case, per la maggior parte andate distrutte dai terremoti e dal tempo, le tombe sono state scavate per durare in eterno e circa 500 di esse sono sopravvissute, vuote ma affascinanti anche nel momento in cui si varca la soglia e ci si addentra nella loro oscurità.
Nella prima parte del percorso spicca un teatro in stile romano, in grado di ospitare 3000 spettatori 

Più in là sono visibili obelischi, templi, altari sacrificali e strade colonnate, mentre dall’alto domina la vallata l’imponente Monastero di Ad-Deir: per visitarlo bisogna salire una scalinata di 800 gradini scavati nella roccia. All’interno del sito vi sono due eccellenti musei: il Museo archeologico di Petra e il Museo nabateo di Petra. Entrambi ospitano i reperti degli scavi effettuati nella regione e ne raccontano il passato suggestivo. Incredibile anche la vista dall’’esterno: la valle archeologica è praticamente invisibile! Le montagne intorno circondano Petra per intero e ne proteggono la vista. Questo uno dei motivi per cui è rimasta per secoli una città fantasma.
I BEDUINI
Petra è rimasta nelle mani dei Nabatei dal VI secolo a.C. fino al 100 d.C. circa, quando i Romani riuscirono a conquistarla (da qui la loro influenza molto forte e tutta una parte dell’’area archeologica è di epoca romana). La città era ancora abitata durante il periodo bizantino, ma la sua importanza diminuì presto per l’affermarsi di altre vie per i commerci e iniziò la decadenza.
All’interno del sito, numerosi artigiani della vicina città di Wadi Musa e di un vicino insediamento beduino hanno allestito delle bancarelle per la vendita di prodotti locali, come vasellame e gioielli beduini e bottiglie di sabbia variopinta della zona. Il commercio è consentito visto che i beduini abitavano nelle tombe, anche se per loro sono state appunto costruite le nuove case che si intravedono in lontananza.
Il biglietto di ingresso al sito comprende anche un passaggio in carrozzella di sola andata per percorrere il chilometro che separa l’ingresso del Siq dal Tesoro. Oltre il Tesoro si può proseguire (oltre che a piedi) su cavalli e cammelli da pagare in loco ai beduini. Noi abbiamo fatto tutto a piedi dalla biglietteria fino al Tesoro e poi attraverso tutta la zona archeologica fino alla montagna che chiude la valle. Abbiamo avuto così modo di fermarci dove volevamo e con la guida (preparatissima) abbiamo visitato anche l’’interno di alcune tombe e altri luoghi più lontani. Siamo poi tornati fino al Tesoro e lì ci siamo arresi al caldo, prendendo una carrozza per il ritorno verso l’uscita.
Petra. Un sogno che si è materializzato e che fino al tramonto ci ha riservato emozioni, colori eccezionali e sorprese che si sono incise nel mio animo come questi capolavori nella roccia.

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