Casa Grazia ottiene la certificazione “bio” per la vendemmia 2020

Maria Grazia Di Francesco
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 Il luogo dove sorgono le vigne di Casa Grazia è affascinante, qui il tempo sembra essersi fermato e aver disegnato un paesaggio incantevole ricco di luminose geometrie irregolari tratteggiate all’interno della riserva naturale orientata del Lago Biviere, area protetta nel comune di Gela dal 1997, luogo di miti antichi e di credenze popolari.

In questi luoghi prende vita il desiderio di Maria Grazia Di Francesco, il sogno di una donna profondamente innamorata della propria terra, che riesce ad esprimere l’identità del territorio affascinante di questa parte di Sicilia.
«Per noi fare vino – dice Maria Grazia Di Francesco, da un po’ di tempo tra le “Donne del Vino” di Sicilia – è come tuffarsi a capofitto dentro la bellezza di questo areale, strapieno di difficoltà, ma che sa ripagare appieno con grande spontaneità chi avrà occhi e pazienza per ammirarlo ed aspettarlo. Io sono così, naturale ed istintiva come il mio territorio. E sono felice di essere uno degli attori della rinascita di una terra che ha tanto da esprimere».

Tradizione contadina, quella di Casa Grazia, che affonda le radici nei primi anni del ‘900, che prosegue con la produzione delle uve sin dagli anni ’80 e che, infine, griffa nel 2005 l’incipit di una meravigliosa avventura: proprio sedici anni fa, infatti, prende vita il progetto aziendale della chiusura della filiera e viene imbottigliato il primo vino.

Viticoltura moderna con un occhio di riguardo sempre alle antiche tradizioni di territorio, dove a regnare è uno straordinario microclima costiero, sempre condizionato e favorito da due naturali volani termici ambientali come la materna presenza del Lago Biviere con la sua acqua salata nella Riserva Naturale Orientata e come l’energia dinamica del mar Mediterraneo, che governano 50 ettari di terreno di matrice calcareo-sabbiosa.

Uliveti e frutteti fanno da compendio ai vigneti e intrecciano tra loro purezza, storia e memoria. Grillo, Moscato Bianco, Frappato e Nero d’Avola sono l’anima più schietta dell’azienda. Syrah e Cabernet Sauvignon, invece, degnamente declinati in accezione identitaria siciliana, corredano con merito il paradigma dei vitigni di Casa Grazia.

Si compiono “antichi “riti” agricoli tramandati dalla tradizione che hanno il solo compito di valorizzare la grande qualità delle uve del comprensorio gelese. Il 2020, inoltre, è stato l’anno della certificazione “bio”, trasparente passaporto del contributo di Maria Grazia Di Francesco alla qualità e alla sostenibilità di questo areale di Sicilia, terroir esclusivo grazie ai terreni e al microclima. Le annate dei due bianchi e delle due versioni di Frappato, spumante rosato e rosso fermo, in uscita in questo 2021 sono le prime a portare addosso questo vessillo green.

Una bollicina rosé, due bianchi e cinque rossi. Il creatore delle otto etichette è quel talentuoso di Tonino Guzzo, enologo di fama nazionale, antesignano della rinascita del vino in Sicilia e artefice di tante perle dell’enologia regionale. Tra i suoi grandi punti di forza anche quel “tocco magico” di saper riuscire ad esaltare il patrimonio caratteristico racchiuso dentro i monovarietali siciliani.

Casa Grazia produce otto vini, ma una sorpresa è in cantiere, il nuovo Cerasuolo di Vittoria, versione Classico, che farà da augurio per l’inaugurazione della nuova cantina appena ultimata.
Tutti i vini stillano un vigoroso, ma al contempo assennato, equilibrio tra carattere ed eleganza, tra suadenza e verticalità. Maria Grazia Di Francesco è legata ad ogni suo singolo vino, un amore esplicato anche nella semantica dei nomi. Ma è con uno che risulta una sensibile simbiosi: il “Victorya 1607”, Cerasuolo di Vittoria ’19 dal nome evocativo, cordiale tributo ad una nobildonna, Vittoria Colonna Enriquez, contessa consorte e reggente di Modica, che nel 1607, proprio in concomitanza della fondazione della città di Vittoria, fece un gesto caritatevole e regalò a 75 coloni due ettari di terreno ciascuno, a patto e condizione che ne coltivino almeno uno a vigneto. L’annata ’19 del Cerasuolo di Vittoria “Victorya 1607” ha appena ricevuto dal prestigiosio “Decanter Wolrld Wine Awards 2021” la Gold Medal con 96/100.

Il GrilloZahara” ‘20, vino fortemente voluto dall’azienda, conferma la sua precisa corrispondenza al vitigno, la gran piacevolezza di beva ricca di sensazioni floreali di zagara, gelsomino, fruttato di pera Williams, melone giallo, note erbacee e speziate, pronto a sfidare il tempo, confermando la lungimiranza dell’enologo Guzzo, strenuo sostenitore della longevità dei bianchi siciliani.

Il Moscato BiancoAdorè” ‘20, invece, è frutto di un’eredità lasciata dai Salesiani all’acquisto dei terreni. Eredità che presto vira in vittoria poiché largamente apprezzato dai palati “intellettuali” degli intenditori grazie alle sue sensazioni di scorza di limone, di cedro, di arancia, di passion fruit e soprattutto per i suoi ricordi di macchia mediterranea. “Adorè” è stato insignito nel 2018 con la Gran Medaglia d’Oro al Concours Mondial de Bruxelles, il più prestigioso concorso internazionale dei vini al mondo, per l’annata 2017.

Il FrappatoLaetitya” ‘19, assieme alla sua coniugazione spumante in rosa, il Metodo CharmatEuphorya”’20, fanno parte dell’anima aziendale. In primis perché il territorio è elettivo per quest’uva che riscuote immediato successo in entrambe le versioni. Freschezza ed immediatezza, sono le note comuni distintive delle due energie differenti dello stesso vitigno: lo spumante le manifesta con il perlage che sprigiona note di rosa, fragolina di bosco, lampone e viva persistenza, il rosso con i suoi piccoli frutti rossi, chiodi di garofano, macchia mediterranea e dolce speziatura.

 

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