RECUPERO DEL PALIOTTO ARCHITETTONICO ARGENTEO DELLA CHIESA DI SAN DOMENICO

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Il recente recupero di una delle opere più preziose e rare dell’arte degli argentieri palermitani del ‘700 costituisce il tema del nuovo incontro del ciclo: “Cantiere aperto” martedì 3 marzo 2015, a Palazzo Ajutamicristo, alle ore 17,00 dal titolo: Paliotto architettonico argenteo della Chiesa di San Domenico.
Parleranno la dott.ssa Maddalena De Luca, dirigente dell’Unità operativa 9 Sezione per i Beni storico-artistici, e il dott. Gaetano Bonngiovanni, funzionario direttivo storico dell’arte, della Soprintendenza di Palermo.
Il grande Paliotto è stato realizzato nel 1720 dall’argentiere palermitano Pietro Ruvolo, su progetto di Francesco Ferrigno, architetto del Senato della Città di Palermo.

Il manufatto, tra le svariate punzonature con l’aquila a volo alto e la sigla RUP, marchio del Consolato degli argentieri di Palermo, presenta la sigla GCR20 riferibile al console Geronimo Cristadoro e all’anno 1720. Il documento di commissione, datato gennaio 1719, chiarisce che del paliotto erano stati realizzati: un modellino in legno dall’intagliatore Antonio Raneli, il disegno preparatorio del Ferrigno e il bozzetto in creta del gruppo centrale con la Madonna del Rosario. Pertanto il paliotto in esame costituisce il risultato di un lavoro di équipe in cui architetto e argentiere operano contestualmente agli artigiani del legno e della creta.
La cultura decorativa e scenografica tipica del barocco maturo si riflette in questo grande manufatto d’argento vagamente ispirato al prospetto di Villa Valguarnera a Bagheria, progettato da Tommaso Napoli, mentre la parte centrale del paliotto con colonne tortili, aggettante rispetto alle concave nicchie laterali, richiama i disegni e i progetti di Paolo e Giacomo Amato.


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