A Palazzo Branciforte la collezione storica dei pupi siciliani dei Cuticchio

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Centonove pupi siciliani di scuola palermitana, trentanove scene teatrali, nove cartelloni pubblicitari e due piani a cilindro. Una collezione che ripercorre la storia del Teatro dei Pupi attraverso la tradizione della Famiglia Cuticchio, con pezzi unici che vanno dal 1830 al 1960.

La raccolta, acquisita dalla Fondazione Sicilia dagli eredi di Giacomo Cuticchio e della moglie Pina Patti, sarà esposta in maniera permanente dal 7 novembre a Palazzo Branciforte, presso un’ala del Monte dei Pegni di Santa Rosalia. Il Palazzo sarà aperto, in via straordinaria, anche il 7 e l’8 dicembre, in occasione del tradizionale ponte dell’Immacolata. In programma un calendario di attività didattiche legate al nuovo allestimento.

“Raccogliamo le testimonianze di un’arte, quella dell’Opera dei Pupi, dichiarata dall’UNESCO patrimonio orale e immateriale dell’umanità”, così il Presidente della Fondazione Sicilia, Professore Giovanni Puglisi, che aggiunge: “La Fondazione ha acquistato la collezione di Giacomo Cuticchio, con l’intento di nutrire l’attenzione per questo particolare teatro di figura, che unisce una comunicazione semplice e immediata alla complessa lavorazione artigianale di maschere e marionette, fondali e canovacci. Con questa ulteriore collezione – prosegue Puglisi – si aggiunge un’altra tessera a quel mosaico di storia e tradizione che è Palazzo Branciforte, nelle cui sale sono esposte le collezioni di archeologia e numismatica, filatelia e maioliche della Fondazione Sicilia, insieme alla raccolta di bronzi, alla grande biblioteca e ai preziosi libri del Grand Tour”.

L’allestimento è stato curato direttamente dal maestro Mimmo Cuticchio, figlio maggiore di Giacomo, oprante puparo e contastorie. All’allestimento hanno anche collaborato Nino Cuticchio, Tania Giordano e Rosario Mangiapane. “Sono trascorsi trent’anni dalla morte di mio padre e due dalla scomparsa di mia madre – dichiara Mimmo Cuticchio – E così, d’accordo con i miei fratelli, si è deciso di portare a Palazzo Branciforte i pupi e il resto dei materiali rimasti nel Teatro Ippogrifo di vicolo Ragusi. In tal modo, pensiamo di traghettare la memoria della loro esperienza, del loro ‘mestiere’, da un secolo a un altro. Quello che più di ogni altra cosa mi conforta – precisa Cuticchio – è il fatto che Palazzo Branciforte si trova a soli cento metri dal mio teatro dei pupi: siamo nella stessa via e quindi, in fin dei conti, la separazione non c’è”.

Il percorso espositivo curato da Mimmo Cuticchio.

L’allestimento è stato realizzato secondo un percorso definito: ci sono un settore per i fondali e uno per i cartelloni, il reparto degli animali e dei personaggi fantastici; i soldati cristiani sono schierati con i soldati pagani, i giganti con i giganti. Alcuni pupi armati e in paggio sono sistemati davanti al fondale, come un fermo immagine, con accanto il racconto scritto della storia di quei “fatti”. Sia i paladini e sia i saraceni sono appesi come se stessero dietro le quinte, in base all’ordine che da sempre Giacomo Cuticchio ha insegnato ai figli: Uggero il Danese con il figlio Dudone della mazza, Oliviero con i figli Grifone Bianco e Aquilante il Nero e così via. I pupi di farsa sono posti uno accanto all’altro, come pure i pupi in paggio, sebbene siano personaggi diversi. Inoltre, c’è anche uno spazio dedicato ai pupi delle “serate  speciali”, dette anche “serate per le famiglie”, quelle in cui si eseguivano la storia di Santa Rosalia e quella del brigante Musolino. La struttura del teatrino tradizionale ha il suo posto in uno spazio centrale, dove si vede in scena, un soldato, Carlo Magno e Papa Leone. In questa esposizione i pupi sono sparsi in ogni spazio, lontani l’uno dall’altro per farsi conoscere meglio e raccontare alle nuove generazioni la storia dei Paladini di Francia.

 

Orari di apertura

martedì – domenica: 9.30 – 14.30

Apertura straordinaria: 7 – 8 dicembre, ore: 9.30 – 19.30

La biglietteria chiude un’ora prima

Lunedì chiuso

 

Informazioni

www..palazzobranciforte.it

www.fondazionesicilia.it

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