Nasce Klopè, il Metodo Classico di Valle delle Ferle

Cosa fai se per due anni pensi di vendemmiare nella tua vigna secondaria, che si trova poco lontana da quella principale, e invece ti ritrovi con le piante spoglie, senza uva, perchè qualcuno ha deciso di rubarla? Semplice, il terzo anno decidi di vendemmiare in anticipo, prima dell’arrivo dei ladri, e produci uno spumante Rosato Metodo Classico, ottenuto da Nero d’Avola e Frappato.

In effetti quella che sarebbe potuta sembrare a prima vista una iattura, i coniugi Claudia Sciacca e Andrea Annino l’hanno trasformata in opportunità, riuscendo a produrre un’interessante bottiglia di Metodo Classico Millesimato 2019 dalle uve del territorio, nell’area dove si produce l’unica DOCG siciliana, il Cerasuolo di Vittoria.

Klopè (κλοπή) letteralmente in greco antico significa furto e quindi questo nome è stato scelto per l’etichetta. Come diceva Fabrizio De Andrè “Dal letame nascono i fiori”. E in questo caso il risultato finale del furto evitato nel 2019 ha portato alla creazione di interessanti bollicine che trascorrono 30 mesi sui lieviti.

Il risultato è un rosato floreale, fruttato, con note agrumate di pompelmo che rincorrono le note di crosta di pane e fiori di glicine. Per la prima annata sono state prodotte soltanto 600 bottiglie, ma la coppia di giovani imprenditori (ingegneri di fatto, vignaioli indipendenti per passione), promette numeri sempre più elevati, sempre mantenendo una produzione quasi sartoriale.

A pochi chilometri da Caltagirone, a 400 metri s.l.m., i vigneti cinquantenari di Nero D’Avola e Frappato della Valle delle Ferle, acquistati nel 2016 dalla giovane coppia, producono vini rossi straordinari. Allevati con bassissime rese per ettaro, in quanto il progetto iniziale era quello di poter produrre un vino da consumare in famiglia, e che quindi avesse il massimo della qualità, i circa 10 ettari si contraddistinguono per l’età della vigna, che costituisce un elemento distintivo importante, grazie alla capacità di esprimere al meglio il territorio. La produzione dell’azienda consiste nel Cerasuolo di Vittoria DOCG, nel Frappato, il Nero D’Avola, resi tutti in maniera straordinaria grazie al particolare rapporto esistente tra terreno e clima, e rinforzato dall’uso di agricoltura biologica.

L’uva è selezionata in vigna e raccolta a mano, solo i grappoli migliori diventano vino con lieviti indigeni e bassissimo uso di solforosa, grazie al sapiente lavoro dell’enologo-agronomo Andrea Marletta, il quale sostiene che il lavoro principale non si effettua in cantina, ma in vigna. Da una buona uva non può che venir fuori un buon vino e, soprattutto, deve sempre essere espressione autentica del terroir al quale appartiene. Annino è anche delegato Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) per la Sicilia orientale. In Sicilia ci sono una trentina di aderenti alla Fivi: seguono il principio di coltivare in prima persona le proprie uve, seguendone tutto il processo produttivo fino alla commercializzazione.

Abbiamo avuto il piacere di poter fare una verticale del loro Cerasuolo di Vittoria DOCG delle annate 2020, 2019, 2018, 2017 e 2016. Proprio con il loro Cerasuolo annata 2016 la Tenuta ha ottenuto la gran medaglia d’oro al Concours Mondial de Bruxelles col punteggio di 97/100.

La vinificazione è sempre a temperatura controllata in acciaio con una macerazione di 8-10 giorni, per poi fare l’affinamento di 18 mesi in acciaio e in bottiglia per almeno altri 12 mesi con un tappo di sughero monopezzo (particolare non da poco conto).

La degustazione permette di osservare come questo vino, di estrema longevità, riesca ad evolvere nei suoi profumi primari e al sorso, senza mai tradire la sua natura.

Il terreno di origine alluvionale, prevalentemente sabbioso-argilloso di medio impasto, ricco di scheletro, regala al bicchiere una buona freschezza, una piacevole e abbondante sensazione fruttata e fresca, una bella sapidità, attestando il vino con un buon equilibrio e persistenza.