Le foto di Olimpia Cavriani alle Cattive

Olimpia Cavriani. Senza titolo
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Sabato 22 giugno alle 19 Studio 4 e Le Cattive vineria letteraria presentano “Toccare Terra”, la musica di ricerca, selezionata da Stefania Pia, accompagnerà la proiezione delle immagini realizzate da Olimpia Cavriani. L’artista allestirà una mostra visitabile per tutta l’estate alle Cattive, uno spazio polifunzionale, progetto della famiglia Tasca d’Almerita con l’intenzione di accompagnare la visione di Massimo e Francesca Valsecchi, custodi del complesso settecentesco situato all’interno del quartiere storico della Kalsa.

 <Il lavoro presentato a “Le Cattive” fa parte di una ricerca fotografica iniziata nel 2010 tra Africa (Tanzania, Kenya, Botswana, Sudafrica, Marocco e Isole Canarie), Sud-America (Perù e Bolivia) fino alla serie sviluppata in Sicilia: nella proiezione vengono presentate alcune delle elaborazioni fotografiche di Partiture Siciliane, dove sono stati letteralmente raccolti frammenti del territorio, rielaborati in un nuovo paesaggio, in cui vengono restituiti, come in una nuova partitura, elementi d’identità, dove bellezza e suggestione dell’isola vengono qui offerti attraverso una visione nuova e originale – racconta la Cavriani – Il progetto Toccare terra parla, attraverso la fotografia, di un confronto con la Natura in quello che oggi è diventato il tempo dell’emergenza ambientale. Una riflessione all’interno di un mondo incontaminato e messo a rischio, in alcuni dei paesi dove la coabitazione tra esseri viventi, in particolare animali e vegetali, ha radici millenarie>.

Olimpia Cavriani. Okavango

La questione ambientale, dovuta ai cambiamenti climatici, alle emissioni fuori controllo, alle deforestazioni, alle crescenti urbanizzazioni e il conseguente stravolgimento delle biodiversità, è diventato più che mai reale anche in quelle zone remote dove la vita naturale sembrava essere garantita da un equilibrio che oggi è diventato precario. <Se fino ad ora abbiamo sentito parlare di alcune categorie di animali come specie in via di estinzione, oggi è l’uomo stesso che si trova a essere improvvisamente avvolto da una sensazione di fragilità, con la lenta presa di coscienza delle conseguenze delle sue azioni – aggiunge l’artista – Da qui il richiamo all’approfondimento dei complessi e fragili equilibri del sistema naturale e delle sue leggi quale strumento di comprensione del sistema vivente, allo scopo di ricostruire una relazione di equilibrio attraverso la conoscenza>.

Olimpia Cavriani. Senza titolo

<Tutte le fotografie sono accomunate da un sapore romantico, come immagini ritrovate, scattate all’inizio del Novecento, epoca delle prime importanti esplorazioni a carattere antropologico – spiega il critico Ludovica Palmieri – La figura umana è scarsamente presente, ne sussistono labili tracce e, quando compare, appare totalmente immersa nel paesaggio>.

Olimpia Cavriani. Partiture siciliane. Inverno dei Nebrodi

LE ARTISTE

Olimpia Cavriani vive e lavora a Palermo. Quello che maggiormente influenza la ricerca fotografica è la naturale predilezione per il viaggio che la porta in giro per il mondo. In India realizza i primi reportage, esposti tra gli eventi collaterali del Festival di Fotografia di Roma (2006) e al Museo del Tessuto di Prato (2008). Nel 2009 lavora come fotoreporter in Niger. Dal 2010 viaggia tra Kenya, Tanzania, Botswana e Sud Africa, India e Nepal, Perù e Cuba, pubblicando su Africa Geographic, Traveller e The Trip Magazine. Nel 2011 realizza lavori per Istanbul Capitale Europea della Cultura. Lavora negli stessi anni per diversi studi fotografici e agenzie di comunicazione per campagne pubblicitarie, moda ed eventi. Dal 2015 vive a Palermo con suo marito il curatore Paolo Falcone, con il quale crea un connubio lavorativo. Collabora come fotografa e come coordinatrice di produzione nell’ambito delle organizzazioni delle mostre, in particolare: Letizia Battaglia, Anthologia ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo (2016); Letizia Battaglia, Per Pura Passione al MAXXI-Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo di Roma (2016/2017); Letizia Battaglia, Palermo all’IMS/Instituto Moreira Salles a Rio de Janeiro e San Paolo in Brasile (2018/19). Nel 2017 collabora alla nascita del nuovo Centro Internazionale di Fotografia diretto da Letizia Battaglia ai Cantieri Culturali alla Zisa e lavora nella produzione della mostra The Leopard di Isaac Julien. Nel 2017 lavora nella produzione della mostra Mediterranean Memories a Villa Chiaramonte Bordonaro nell’ambito della conferenza OSCE sul Mediterraneo e alla realizzazione delle fotografie del catalogo. Nel 2018 lavora nella produzione della mostra Foresta Urbana a Riso Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia e Piazza Bologni e alla realizzazione delle fotografie del catalogo.

Olimpia Cavriani. Okavango

Nel 2016 espone nella mostra personale Partiture Siciliane al Caffè Internazionale di Stefania Galegati e Darrel Shines. Nel 2017 espone ad Atene nella mostra Nowhereland alla Galleria Utopia con artisti tra i quali Marcel Broodthaers, Tjorg Douglas Beer, Yoko Ono, Thomas Schütte e Andreas Slominki; a Kassel nella mostra Fragments from Nowhereland con artisti tra i quali Angela Bullock, Jimmie Durham e Luca Vitone e nella mostra collettiva Segreto al Centro Internazionale di Fotografia di Palermo. Nel 2019 è co-fondatrice con il marito della Fondazione Falcone per le Arti e le Culture del XXI secolo e sostengono la 58° Mostra Internazionale d’Arte, la Biennale di Venezia e la partecipazione di Tomás Saraceno alla Mostra Internazionale. Olimpia è madre di una bambina di undici mesi.

Olimpia Cavriani. Partiture siciliane. Madonie

Stefania Pia è un’artista multimediale e creativa, fondatrice nel 2007 a New York di 4EYESlab laboratorio creativo che collabora con artigiani, designers e artisti internazionali. Collaboratrice di Vogue Italia, dall’estate del 2018 ha scelto Palermo per lavorare ad AMERIKA 1491, una retrospettiva di tutti i suoi lavori degli anni americani che include collane e sculture basati sul recycle e found objects, FLUOminiatures, grandi dimensioni collage paintings e arazzi.

 

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